Quando ero piccolo nella via parallela alla nostra viveva un ragazzo più grande di noi che ci incuteva molta paura. Aveva un grosso care ringhioso, portava il chiodo e soprattutto fumava già. Tutto ciò bastava per farcelo annoverare tra i personaggi inquietanti da evitare. Per fortuna essendo più grande non ci degnava di uno sguardo, era più uno spauracchio. Comunque evitavo di avventurarmi in quella via anche per non incontrarlo. Un giorno, sentendomi un piccolo esploratore, decido di tornare a casa passando per quella via, e proprio a metà incrocio lo spauracchio con il suo grosso cane al guinzaglio. Non potevo fare altro che proseguire facendo finta di nulla, anche se avevo un leggero timore. Così avanzo, e vedo che lui si china e dice qualcosa al cane. Subito dopo, quando eravamo vicini, il cane si avventa su di me, trattenuto a fatica dal suo padrone. Era allibito. Io proseguo senza mostrare emozioni, (ero spaventato ma in qualche modo sapevo che non sarebbe accaduto nulla) e finalmente, li lascio alle spalle. Ma un istante dopo vengo colto da un’illuminazione, e come riunendo le tessere di un puzzle capisco cosa è avvenuto. Lui aveva detto al cane di mordermi, facendosi sentire da me, per spaventarmi. Si aspettava che scappassi, o che cambiassi lato di strada. Ma io ho proseguito incurante, e quando il cane si è lanciato contro di me ubbidendogli lui lo ha subito fermato. Mi sono girato e lui era ancora lì che mi fissava. Chissà cosa avrà pensato. Da allora ogni volta che lo incontravo mi guardava con un misto di stupore e incredulità. Vagli a dire che io in realtà non avevo capito nulla di ciò che aveva detto al cane!