Nel terreno dove passo qualche ora di quarantena c’è una vecchia baracca in lamiera, ben conservata, adibita a ricovero attrezzi. È posta al centro del terreno. La prima volta che ci sono entrato, ho sentito un rumore attraversare tutta la struttura. Un piccolo rumore sordo, continuo. Credevo fosse dovuto al mio peso sul pavimento, ma la seconda volta ho visto che si trattava di gechi, che cercavano di mettersi in salvo. Gechi grassi, scuri, quasi storditi da questa sgradevole e inopportuna novità. Da tre anni si godevano indisturbati il loro piccolo regno di latta, e probabilmente non avevano mai assistito ad una simile profanazione. Le prime volte la loro fuga era caotica, rumorosa, disordinata. L’istinto glielo stava ordinando, ma non sapevano come farlo, sembravano spaesati, e quantomeno allibiti. Non erano mai scappati dall’interno, uno strano essere mai visto prima stava stravolgendo il loro mondo e loro non potevano farci niente. Me li immagino la sera a raccontarsi di questa inaudita novità, e a chiedere agli anziani se ne avessero mai avuta esperienza. Dopo un paio di giorni si sono abituati, hanno capito che non sono un pericolo ma solo un fastidioso contrattempo, che, immagino, sperano si risolva presto. Fuggono lo stesso, ma ordinatamente, senza caos. La loro fuga ha assunto i contorni di un rito stanco, fatto per dovere, e sembrano quasi accettarmi con rassegnata pazienza, in attesa che gli ceda il campo, ospite indesiderato. Mi chiedo se non sia così anche con le nostre paure. Se le lasciamo troppo tempo indisturbate nel loro regno da noi sapientemente creato, prendono il sopravvento e si sentono padrone. Quando le andiamo ad illuminare reagiscono in un primo momento facendo rumore, assordandoci, ma poi, dopo un po’, si acquietano. Forse i gechi rappresentano le nostre paure, se le lasciamo sole per troppo tempo, credono di essere le padrone. Se ogni tanto ci affacciamo rispettosamente, le illuminiamo e le salutiamo, e le facciamo vedere che non siamo ostili, forse loro accetteranno il fatto che possono coesistere, e che la situazione può essere modificata.